DIXMUDE 100

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L'ossario
delle vittime
del Dixmude
al Cimitero
di Sciacca

In accordo con il consolato di Palermo, le autorità francesi e i parenti delle vittime, nel 1927 si decide di costruire un monumento/ossario. I lavori saranno finanziati dalle famiglie delle vittime e affidati a un imprenditore locale, Antonino Sorrentino. Costruito in pietra calcarea proveniente dalle cave di Caltabellotta. Ha la forma di un grande altare funerario di 8 m di larghezza. Sui lati, quattro lastre su cui sono scritti i nomi delle vittime. Il grande bassorilievo in bronzo scuro donato dalla Francia rappresenta il distintivo dell’Aeronautica francese. Pochi giorni prima dell’inaugurazione è stata riesumata la bara sepolta in una tomba provvisoria, contenente i resti dei naufraghi raccolti in mare dai pescatori. La bara è stata trasportata al monumento e sepolta nell’ossario.

Verso le 9 della Domenica 6 novembre 1927 arrivano al porto di Sciacca due grandi navi: l’incrociatore francese Lamotte Picquet con a bordo il signor René Besnard, ambasciatore della Francia a Roma,  l’incrociatore francese Lamotte-Picquet, il cacciatorpediniere Enseigne Gabolde, accompagnati dall’incrociatore italiano Brindisi. I rappresentanti delle famiglie dei dispersi sono stati trasportati dalla Francia a Palermo da una nave delle Messageries Maritimes, le LamartineGruppi di marinai francesi e italiani, delegazioni dell’aviazione italiana e dell’aviazione marittima di Biserta, il gruppo molto ammirato dei marinai che hanno ripescato il corpo del comandante e una folla numerosa si radunano su entrambi i lati del grande e largo viale che conduce all’ingresso del cimiterio. La processione religiosa si sta organizzando.

In testa, i rappresentanti del clero, Padre Arena e l’Arciprete Campisi. Poi, arriva un picchetto del battaglione distaccato a Sciacca dal primo reggimento di fanteria di Aosta, che, con le armi in mano, rende gli onori, le delegazioni di marinai e ufficiali, poi le autorità Francesi ed Italiane  Il corteo scende lungo il vialetto principale del cimitero che conduce al monumento. I parenti delle vittime sono sessantasei. Nel cielo passa la squadriglia di Idrovolanti «Savoia» provenienti da Augusta a salutare gli eroi del Dixmude caduti in mare. Le trombe suonano la guardia. Si spara un colpo di cannone. I colpi si susseguiranno ogni minuto, sparati dai due incrociatori che rendono gli onori funebri.

L’arciprete di Sciacca, Campisi, si avvicina e procede alla benedizione del monumento. Il profumo dell’incenso sale verso il cielo.  Poi, in un silenzio religioso, si procede alla chiamata dei morti. Un sottufficiale nomina ad alta voce tutte le vittime. Un altro sottufficiale, sull’attenti, risponde ad ogni nome: «Morto sul campo d’onore». L’emozione è palpabile.

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Il monumento
al comandante du Plessis
alle Giummare 

È posto vicino alla grotta di Lourdes. L’inaugurazione di questo monumento, il 31 maggio 1958, ha dato luogo a importanti manifestazioni organizzate sotto la direzione del Console di Francia a Palermo, il Signor Raoul Spitalier. Sciacca riceve la visita della Squadra Navale Francese: l’incrociatore De Grasse, la nave scorta Maillé Brézé, la Vedette P.956, accompagnati dall’incrociatore italiano Albatros.

Sulla spianata delle Giummare, gli ufficiali e le autorità assistono alla messa celebrata nella grotta di Lourdes da padre François du Plessis, figlio del comandante Jean du Plessis de Grenédan: il sindaco di Sciacca, l’ammiraglio Jozan, il prefetto di Agrigento, l’ammiraglio Ghé comandante delle Forze Navali Italiane in Sicilia, il signor Spitalier, Console di Francia a Palermo e del tenente di vascello Xavier de La Droitière, figlio di Serge Goislard de la Droitière, passeggero imbarcato volontario sul Dixmude per perfezionamento. Poi arriva il momento commovente in cui i figli di due dispersi del Dixmude, scoprono il busto in marmo del Comandante del Dixmude, realizzato dallo scultore palermitano Alfredo Garufi. I picchetti armati presentano le armi e la musica francese suona gli inni nazionali di Francia e Italia.

La colonna votiva 
alle Terme

Padre Arena cerca un posto dove allocare la statua della Vergine di Fourvière, donata dalla contessa Marie du Plessis, figlia del comandate del Dixmude. E finalmente trova il luogo ideale: non lontano dal nuovo stabilimento termale in uno spazio vuoto da cui si domina il mare, intende costruire una colonna in cima alla quale collocare la statua. È un amico architetto, Girolamo Bruno, a redigere i progetti. I lavori sono affidati ai fratelli Ignazio e Vincenzo Arena, carpentieri e muratori. Prima di iniziare, padre Arena scrive su un pannello di truciolato che colloca sul futuro cantiere con su entrambi i lati le bandiere francesi e italiane: «Questa punta di scogliera dove crescono rovi, spine e ortiche, è stata occupata da Padre Arena a nome dell’Immacolata Concezione. La colonna votiva, alta 25 m con la statua di bronzo della Santa Vergine donata dalla Francia che si innalzerà lì in ricordo degli eroi del Dixmude e dei nostri soldati, sarà come un dito teso che indicherà il cielo e sarà il cemento della pace tra la Francia e l’Italia, unite da venti secoli di cristianesimo». I lavori iniziano alla fine del mese di agosto 1962.
I lavori continuano per due anni, con qualche sospensione imprevista, sono le finanze a scarseggiare. Il sacerdote può contare solo sui suoi redditi personali, sulle offerte degli abitanti di Sciacca e sui doni che alcune famiglie delle vittime del Dixmude gli mandano dalla Francia. Per evitare la chiusura dei lavori, spesso Padre Arena rimaneva seduto su una sedia per diverse ore sul cantiere. 

La colonna è terminata, misura 22 metri di altezza e Padre Arena chiede che la statua della Vergine di Fourvière sia posizionata in modo che guardi verso Capo San Marco, dove il  Dixmude è sprofondato. Sabato 27 giugno arrivano al porto di Sciacca il cacciatorpediniere francese le Cassar e l’incrociatore italiano Altair. Domenica 28, alle Giummare dopo la messa detta dal Père François du Plessis. Un corteo si forma al municipio di Sciacca alle 17.30. Si dirige verso il Monumento ai caduti dove sono depositati i fasci di fiori. Comincia l’inaugurazione della colonna votiva alle sei. La contessa Marie du Plessis taglia il nastro sotto gli applausi della folla. Seguono i discorsi delle personalità tra cui quello del Console di Francia Dampierre che ricorda che questa cerimonia celebra sia il 40º anniversario della caduta del Dixmude che il ricordo dei morti per la Patria. «Rafforza i vincoli di latinità naturali e cordiali tra la Francia e l’Italia, creati da 20 secoli di cattolicesimo».

La colonna votiva è ora installata. Tre anni dopo, Padre Arena riceve dalla Regione e dal Comune, un’ingiunzione a pagare 22.900 lire per aver occupato abusivamente lo spazio del demanio pubblico. Senza perdersi d’animo, si reca in ufficio con l’avviso di pagamento e dice con molto senso dell’umorismo: «Lei mi ha inviato questo avviso da pagare, ma avete sbagliato indirizzo, laggiù non abita Padre Arena, ma la Vergine Santa. È a lei che dovete inviare l’avviso da pagare, non a me». Alla fine tutto si risolse per il meglio.

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