DIXMUDE 100
1896-1969
Michele Arena nasce a Sciacca nel 1896. Nel 1915, quando l’Italia entra in guerra, è seminarista.Viene chiamato alle armi in Sicilia nel settembre del 1916. Successivamente è inviato prima in Veneto poi, nel giugno 1918, in Francia dove partecipa con il corpo d’armata del generale Albricci alla battaglia di Bligny (sud-ovest di Reims). Nel gennaio 1919, entra a far parte della 109a Compagnia delle T.A.I.F. (Truppe Ausiliarie Italiane in Francia) a Lione, dove si distingue per aver salvato un bambino caduto nel Rodano. Ritorna in Sicilia il 15 dicembre 1919 ed è congedato il 20 gennaio 1920. Ordinato sacerdote ad Agrigento l'8 luglio 1923, arriva poi a Sciacca il 22 luglio. È nominato cappellano della cattedrale e in ottobre, rettore della «Chiesa dei marinai», la piccola chiesa di San Pietro.
Nell’agosto 1923, dopo numerose richieste, Padre Arena ottiene dal Comune le chiavi dei locali incustoditi delle Giummare dove può finalmente riunire i bambini nella chiesa di Santa Maria di Valverde per insegnare loro il catechismo. Dopo numerosi sforzi, riesce a far riaprire al culto la chiesa di cui diventa rettore nel febbraio 1925.
Fin dall’inizio della storia del Dixmude a Sciacca, il ruolo di Padre Arena è fondamentale. È grazie a lui che viene identificato il corpo dell’ignoto trovato nelle reti dei pescatori. Segue da vicino tutti gli eventi che seguono. La sua presenza è indispensabile quando le autorità francesi arrivano in città, in quanto in grado di capire e parlare la nostra lingua. Ha un ruolo importante nell’organizzazione della cerimonia religiosa del funerale del comandante. Inoltre, questo giovane sacerdote gode di un autentico carisma naturale: molto alla mano, disponibile e cordiale, ispira fiducia a tutti. È un bravo psicologo, sa ascoltare e sa incoraggiare. Un esempio calzante è quello dei pastori di Misilifurmi: Padre Arena, con il suo parlare semplice e amichevole, è riuscito a convincerli a venire in città per raccontare ai membri della Commissione d’inchiesta ciò che hanno visto la notte del 21 dicembre. Sono persone semplici, abituate al silenzio e alla solitudine della montagna, e per di più, parlano solo dialetto. È facile immaginare come possano temere questi incontri.
Nel gennaio 1924, Padre Arena riceve dal conte Joachim du Plessis de Grenédan, padre del comandante del Dixmude, la seguente lettera: «Signor Sacerdote Arena, Dai giornali apprendo che è stato Lei a riconoscere per primo il corpo di mio figlio come quello di un ufficiale della Marina Francese. Ed è per questo che a lei mi rivolgo… Ringraziandola a nome della sua vedova ed a nome mio e di tutta la nostra famiglia, Le chiedo di pregare per lui, per noi e per la nostra cara Francia di cui egli fu fedele servitore. Da parte nostra, ogni giorno, raccomandiamo a Dio, con cuore riconoscente, gli abitanti della sua Città, che conosco ed amo, per essersi così fraternamente uniti al nostro dolore. Voglia gradire, reverendo Sacerdote, per Lei e per le Autorità militari e civili di Sciacca, la garanzia della nostra profonda riconoscenza ed i nostri sensi di rispetto».
Durante i mesi successivi, i pescatori continuano a trovare resti umani in mare. Raccolti con cura e rispetto, vengono sepolti nel cimitero. Una cerimonia religiosa celebrata da Padre Arena accompagna sempre la loro sepoltura. Per l’azione compiuta dopo la scoperta del corpo del comandante, si vede attribuire le Palme accademiche con il titolo di Ufficiale dell’Istruzione Pubblica. Durante tutto il periodo in cui sono proseguite le ricerche in mare, Padre Arena è rimasto in contatto con le famiglie delle vittime. È a lui che i genitori dei dispersi si rivolgono per avere notizie. Comunica particolarmente con i du Plessis. Il conte Joachim du Plessis, padre del comandante e la sua nuora, Lucie du Plessis, vedova del comandante. In occasione dell’inaugurazione dell’ossario, altri parenti delle vittime del Dixmude - le famiglie Pélissier, Hybram, Planty, Bourdier visitano Padre Arena e il sacerdote si rivolge a ciascuna di esse, e per tutte, trova parole di conforto, di incoraggiamento. Si può immaginare quanto conforto provino nel sentire, così lontano dalla Francia, nel luogo in cui sono scomparsi un marito, un figlio, un fratello, questo sacerdote parlare loro in francese, nel sentire il dolore che gli abitanti di Sciacca hanno provato, le ricerche intraprese dai pescatori per ritrovare i dispersi e il lutto che li ha accomunati. «Reverendo, la ringraziamo e le affidiamo il monumento ai nostri morti», gli dicono, con gli occhi pieni di lacrime. Egli scorge, tra gli adulti, una bambina che trattiene le lacrime con grande fatica. È lì, con la sua mamma e la sua nonna. È la figlia di Etienne Levesque, uno dei passeggeri del Dixmude, imbarcatosi volontariamente. Commosso di fronte alla disperazione della bambina, il buon parroco le dona un rosario e delle medaglie.
Negli anni successivi, i rapporti epistolari proseguono. Il sacerdote, ogni anno, in occasione dell’anniversario della tragedia del Dixmude, celebra una cerimonia religiosa. Si assicura che il monumento ossario sia ben curato dal giardiniere del cimitero. È sempre fiorito, grazie alle sue cure. Alcuni parenti delle persone scomparse si sono recati più volte a Sciacca dopo l’inaugurazione del Monumento. Padre Arena li ha accolti con la sua consueta affabilità. Tanto che, più volte, lo hanno invitato a recarsi in Francia. Ma le sue condizioni finanziarie non gli permettono un tale viaggio; come dice lui stesso nelle sue Memorie: «Tutto ciò che guadagno, lo spendo per la Chiesa e per i poveri».
L'appellativo «delle Giummare» deriva dal nome dialettale della palma nana, che lì cresceva copiosa. Questo edificio era in disuso dal 1896, quando le suore benedettine che lo occupavano vengono trasferite in un altro convento. Nel 1916, durante la grande guerra, il convento viene trasformato in dormitorio per i soldati chiamati al servizio militare. Nell’agosto del 1923 vengono affidate a Padre Arena. Negli anni successivi, questo sacerdote coraggioso e ostinato, superando innumerevoli difficoltà, riesce a rimettere in sesto il luogo. Oggi la chiesa e quel che ne rimane del monastero sono gestite dall'Istituto Suore Francescane di Santa Chiara.
Nel 1943, Sciacca subisce incessanti bombardamenti e Padre Arena, cappellano dell’ospedale, è quotidianamente confrontato ai drammi che vivono gli abitanti, ai bambini che vagano per le strade, malnutriti, soli, senza famiglia. Li porta alle Giummare. Nasce così l’orfanotrofio che, di mese in mese, accoglie sempre più bambini provenienti dalla regione e dalle altre province. Per nutrirli, conta sui i doni in natura dei commercianti e degli abitanti della città a cui è solito dire: Non portate fiori alla Vergine. Date piuttosto uova, galline, carne e pasta. Lei vi ringrazierà, vi amerà di più, pregherà per voi. E anch’io, lo farò, state sicuri.
Durante il suo viaggio in Francia nell’agosto 1933, Padre Arena si ferma a Lourdes. Ne rimane molto impressionato. Nasce allora in lui la pazza idea di costruire a Sciacca una copia della grotta. Negli anni successivi vengono intrapresi i lavori. L’inaugurazione avrà luogo il 24 marzo 1935. La madre del tenente di nave Bourdier offre un crocifisso di bronzo che sarà messo sull’altare e il conte Joachim du Plessis invia acqua miracolosa di Lourdes. La Grotta delle Giummare cominci ad attirare molta gente e anche dei malati.
Nel 1948, mentre a Sciacca viene celebrato in pompa magna qualche giorno prima il 25°anniversario della perdita del Dixmude, il 30 dicembre 1948, lo Stato francese concede a Padre Arena una grande e bella ricompensa. Ringraziandolo per aver combattuto sul suolo francese durante la Grande Guerra e per tutto ciò che ha fatto e fa ancora per le vittime francesi del Dixmude e le loro famiglie, il grande Cancelliere della Legione d’Onore, il Generale Dassault, a nome del Presidente della Repubblica Vincent Auriol, nomina Michele Arena “Chevalier de la Légion d’Honneur”.
È l’ambasciatore di Francia a Roma, il conte Wladimir d’Ormesson, che verrà a Sciacca qualche mese dopo per consegnargli lui stesso questa medaglia.